lunedì 23 dicembre 2013

L'IMU sui terreni agricoli votata all'unanimità!


CITTÁ DI ROSARNO
- Provincia di REGGIO CALABRIA -

= Viale Della Pace, snc – 89025 ROSARNO =

0966 7101 - 0966 780042
P. IVA 00725430805 = C.F. 82001350808





COMUNICATO STAMPA



La locale sezione UDC continua a diffondere comunicati stampa, tendenti a denigrare l’amministrazione comunale, utilizzando ripetutamente illazioni e giudizi di merito sulle persone. Ovviamente, non siamo abituati alla rozzezza e non replicheremo con il loro linguaggio, ma vogliamo rispondere alle assurdità dell’IMU sui terreni agricoli contenute nell’ultimo, della serie infinita, di comunicati stampa.
Il Consiglio Comunale e non la Giunta, nella seduta dell’ otto luglio 2013, con delibera n. 33, ha confermato l’aliquota IMU sui terreni agricoli, già in vigore nel 2012, per il 2013 nella misura dello 0,76 per mille. Tale conferma è stata assunta all’unanimità dei presenti, ossia anche dai due consiglieri dell’UDC ( Rachele e Palaia). Bisogna dunque pensare che a distanza di cinque mesi il commissario della sezione ed i suoi consiglieri non si siano mai parlati o l’attacco “politico” sull’IMU è solo un pretesto per conquistare le pagine dei giornali locali, diffondendo falsità senza specificare che la stessa non è dovuta dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli a titolo principale.
Basta speculazioni, occorre verità in un momento di crisi del settore agricolo come questo che non può certo essere imputata all’Amministrazione Comunale ma a chi come la Regione Calabria ha abbandonato questo settore della Piana di Rosarno al suo destino.
Come ente siamo vicini agli agricoltori e alle famiglie in difficoltà e invitiamo la sezione UDC, di cui non conosciamo né l’indirizzo né il numero civico, durante queste feste, ad una piccola cura di fosforo, per rinfrescare la memoria corta.



Rosarno, 23/12/13

L’Amministrazione Comunale

mercoledì 27 novembre 2013

Risposta all'interrogazione dell'UDC di Rosarno





Prot. n° 23452 Del 21/11/2013





Oggetto: riscontro Vs nota del 31/10/2013


Ancora una volta viene posto dai consiglieri comunali interroganti Palaia e Rachele, oggi transitati nelle file dell'opposizione, il medesimo quesito, già oggetto di risposta in più Consigli comunali, sulla motivazione che le risposte date in tale sede non abbiano soddisfatto la loro necessità di conoscenza.
Preliminarmente occorre fare chiarezza su quanto deliberato dal Consiglio Comunale nella seduta del 30 agosto 2011.
Tale premessa è necessaria perché in quella seduta si discusse della lettera, inviatami dal carcere di Opera dal detenuto Sig. Rocco Pesce il 25 agosto del medesimo anno.
Occorre ricostruire quella seduta a memoria degli interroganti perché entrambi erano assenti.
Il Consigliere Palaia, allora nello schieramento di maggioranza, era assente alla seduta e non ha mai giustificato le ragioni della mancata presenza e, per tale motivo, non può ricordare che cosa avvenne e cosa si deliberò in quella sede.
Il consigliere Rachele non era ancora subentrato in consiglio comunale.
Si deliberò un ordine del giorno che confermava quanto la Giunta aveva già scelto in autonomia (delibera G.C.51 del 31 marzo 2011, n 52 del 5 aprile 2011 ) ossia di costituirsi parte civile in tutti i processi di Mafia, all'interno di un documento di solidarietà alla sottoscritta, e non invece di costituirsi in tutti i processi nei quali il comune è individuato come parte offesa, come sostenuto dagli interroganti.
Ebbene, quell'ordine del giorno non è mai stato disatteso e la Giunta comunale da me presieduta si è costituita parte civile in tutti i procedimenti penali per il reato di 416 bis nei quali è stata individuata parte offesa (GC 51/2011, GC 52/2011, GC 70/2011, GC 149/2011, GC 138/2012, GC 139/2012, GC189/2012, GC 212/2013) tutti procedimenti che vedono coinvolti centinaia di imputati.
Nella seduta consiliare del 23/11/2012 ad una interrogazione identica presentata dal consigliere Grande Sud Saccomanno e che vedeva per la prima volta i consiglieri Palaia e Rachele all'opposizione esposi le motivazioni della mancata costituzione e non in modo evasivo. Ribadisco che decidemmo tutti insieme la non costituzione perchè ritenevamo che trattandosi di un reato di minaccia ad un corpo politico amministrativo e non di un reato associativo commesso dalla medesima persona rispetto alla quale eravamo già costituiti nel processo “ALL INSIDE e che lo stesso era ancora in corso, nessun danno ulteriore dovevamo difendere.
Ho sempre, inoltre, ribadito che da quella lettera io mi sono sentita diffamata come da verbale e intervento del 30 agosto 2011.
Al medesimo quesito ho risposto in altre sedute del consiglio comunale in scontri verbali accesi con il consigliere Palaia.
Gli interroganti, sostengono, che l'argomento non fu mai discusso con gli assessori della Giunta, di cui il loro partito faceva parte, affermandolo sulla mancanza di una convocazione scritta dei punti all'o.d.g. della Giunta.
Come loro dovrebbero sapere, la Giunta non è mai stata convocata per iscritto e con un o.d.g. predefinito e rigido, così come accade in quasi tutti i comuni di piccole e medie dimensioni.
Ciascun assessore presenta le proprie proposte di deliberazione preparate dagli uffici e poi, nella riunione si discute delle scelte future da compiere. Così si decise di non costituirsi, discutendone con gli assessori e, ovviamente, non ci fu alcuna proposta di Giunta.
Ciò non toglie che il Consigliere Palaia, all'epoca consigliere di maggioranza, avrebbe potuto proporre, per il tramite dell'assessore di riferimento o della sottoscritta, la necessità di tale costituzione, soprattutto perchè, conosceva l'iter processuale della vicenda, esercitando la propria pratica professionale legale, presso lo studio del difensore dell'allora imputato signor Rocco Pesce.
Si conclude evidenziando e riassumendo, come la sottoscritta non abbia violato alcun deliberato del Consiglio Comunale che nella seduta del 30/08/2011 con il verbale n. 27 ha approvato un ordine del giorno che impegnava lo stesso a costituirsi parte civile nei processi contro la criminalità organizzata e di aver discusso con gli assessori e di aver deciso collegialmente e all'unanimità la non costituzione di parte civile nel procedimento penale contro il Sig. Rocco Pesce per minacce ad un corpo politico amministrativo, non dovendo difendere interessi della comunità rappresentata o dell'economia del territorio.






            Il Sindaco
Dott.ssa Elisabetta Tripodi

lunedì 25 novembre 2013

INTERVISTATA DA ZMEDIA




  • Sig. Sindaco che ruolo ha la politica oggi a Rosarno?
    Intervista al sindaco di Rosarno Elisabetta TripodiCredo molto nella politica intesa nel significato letterale ossia di un'attività che si occupa della polis e dei suoi bisogni, politica come servizio alla cittadinanza. Oggi nelle nostre comunità è sempre più difficile trovare persone  che siano disposte a prestarsi al servizio del bene comune.  Questa difficoltà si acuisce di fronte  ad una politica nazionale incapace di dare risposte concrete ai problemi reali, aumentando il distacco tra cittadini e istituzioni.  Questa lontananza si riflette inevitabilmente anche a livello locale. La sensazione  “di una politica che è solo far carriera” è andata consolidandosi in amara constatazione di meccanismi creati appositamente per mettere al sicuro rendite e privilegi. Rosarno deve capire che bisogna ridare alla politica la sua profonda dignità. Non occorrono eroi, ma persone libere e giuste, capaci di mettere l’interesse collettivo davanti al proprio, e pronte a rimboccarsi le maniche per un progetto di grandi orizzonti. Un impegno chiaro in questa direzione potrà rafforzare  e catalizzare nuove energie sane, presenti e operanti nei nostri territori. Oggi, assistiamo ad una crisi dei partiti politici  ed un allontanamento della gente, proprio perchè si è perso di vista il rapporto con la popolazione, e, questa situazione è  italiana, Rosarno non fa eccezione.
    C'è, secondo me, la necessità in ambito locale di  recuperare  un dialogo con tutti coloro che, al di là delle appartenenze, vogliono  contribuire alla crescita del nostro  paese. In questi anni, ciò non è avvenuto, alcuni hanno puntato alla contrapposizione aspra e violenta a tutti i costi,  indipendentemente dal valore di ciò che si faceva.
     Si è venuto a sapere che è in corso un’indagine della Dda sull’appalto della raccolta differenziata. Può spiegarci meglio cosa è accaduto?
    Abbiamo come comune capofila, su sollecitazione della prefettura e in accordo con essa, creato un accordo con altri 3 comuni (Cinquefrondi, San Giorgio Morgeto e San Ferdinando per la gestione associata dell'appalto della raccolta differenziata spinta porta a porta, al fine di consentire il riassorbimento di parte dei lavoratori dell'ex società mista Piana Ambiente e allo stesso tempo avere  un servizio decoroso e rispettoso dell'ambiente.
    L'appalto ha richiesto quasi un anno a livello burocratico ed è stato gestito dalla Stazione Unica Appaltante provinciale  che ha trasmesso gli atti per la stipula del contratto, una volta verificata la correttezza  documentale, tecnica e di legge.
    Il comune di San Ferdinando, si è accorto che il costo  comunicato  dal loro responsabile nella fase del bando era troppo elevato rispetto a quello degli altri comuni  e ha ritenuto di non stipulare il contratto e prendere le distanze da quanto fatto precedentemente.
    Preciso che ciascun comune ha redatto in proprio il capitolato e il costo che lo riguardava, così come ciascun comune sottoscriverà contratti singoli.
    Ho appreso dalla stampa dell'indagine avviata  e non ho altri elementi di conoscenza, spero  che si  faccia chiarezza e se ci sono stati comportamenti ”scorretti” vengano perseguiti. Come amministrazione affronteremo un costo  che  rispetta quanto già speso precedentemente e garantiremo la continuità occupazionale a 12/14 lavoratori rosarnesi e , a breve,inizieremo con il servizio di differenziata spinta, eliminando  i cassonetti  dalle strade.
    Cosa intende fare l’amministrazione nei confronti delle famiglie disagiate?
    L'amministrazione in questi anni ha adottato una politica di aiuto alle famiglie numerose e disagiate sia cercando di contenere l'aumento dei tributi che consentendo ampie rateizzazioni sul loro pagamento.
    Vorrei ricordare l'IMU prima casa allo 0,2% e la Tarsu diminuita del 20%. Abbiamo stipulato una convenzione con il Banco delle opere di Carità e distribuiamo generi alimentari alle famiglie in difficoltà. Attraverso i servizi sociali promuoviamo il lavoro delle donne inoccupate nei servizi alla persona e nelle scuole. Questo  sta consentendo a molte donne rosarnesi di avere  un lavoro saltuario e part time  tramite l'utilizzo dei fondi  del sociale. Abbiamo  con la Croce Rossa  una convenzione per il trasporto dei dializzati  in maniera gratuita e abbiamo concesso  all'Unitalsi  l'uso  del taxi sociale per il trasporto dei disabili la domenica. Assegniamo, nella scarsità delle risorse, contributi in denaro, principalmente a coloro che hanno problemi sanitari documentati che li costringono a curarsi fuori regione.
    E sull’emergenza immigrati?
    La situazione è sempre di emergenza  nel periodo invernale e a questo si è aggiunta la massiccia presenza di immigrati neocomunitari, bulgari e rumeni in particolare. Monitoriamo la situazione per evitare la creazioni di ghetti all'interno del centro abitato e tensioni con i residenti   perchè non debba più ripetersi ciò che accaduto. Tuttavia vorrei precisare che la mia amministrazione ha affrontato il problema dell'accoglienza sempre con risorse finanziare date in passato dal Ministero o dalla Regione e  non si è gravato sul bilancio comunale. Definisco fantasie assurde la leggenda che passassimo un sussidio mensile di 25 euro ad immigrato.
    Chi soffia sul fuoco della contrapposizione tra rosarnesi e immigrati, in un periodo di difficoltà economica come questo, non si rende conto di quanto  questo gioco sia pericoloso  per l'intero paese.
    Quali sono i progetti immediati e futuri per la Città?
    Progetti moltissimi, opere pubbliche già appaltate e finanziate per un totale di 23 milioni di euro che possono cambiare il volto della città e che vorrei riuscire a concludere entro la fine del mandato.
    Il centro sportivo i cui lavori inizieranno nei primi mesi del 2014  è quello più ambizioso: dotare finalmente la città di una piscina, anzi due, perchè una è destinata ai bambini, campo  da tennis e pallavolo, pista ciclabile  immersa nel verde, qualcosa che è sempre mancata a tutti noi, tutto cio'  mi rende orgogliosa del lavoro fin qui fatto.
    Leggere polemiche sui giornali che avremmo perso i fondi Pisu è una delle solite falsità che viene veicolata ad arte per attaccare la mia amministrazione.
    Non solo i fondi non sono stati persi ma tutte le opere sono state appaltate e due (anfiteatro e percorsi pedonali da Bellavista ) sono in corso.
    Entro febbraio verrà ripristinato l'intero tratto di via Elena che va dalla farmacia all'edificio Ex-inam, con fondi recuperati da un finanziamento regionale che era fermo.
    Un'attenzione particolare alle scuole e alla sicurezza dei bambini che le frequentano, intervenendo con ristrutturazioni su tutti gli istituti cittadini, una scuola è stata completata, un'altra è in corso, poi, partiremo con la scuola di Bosco e la materna di via  Maria zita.
    La mia speranza più forte è però un'altra: questo paese ha bisogno dell'impegno di tutti, non solo di chi amministra, che ha le responsabilità maggiori, ma del cittadino che deve decidere che se vuole far vivere qui i suoi figli non può rassegnarsi ma deve collaborare per la sua parte per cambiare le cose.
    Le primarie del Pd a Rosarno hanno visto vincere  Pittella un commento sull’esito del voto nella città da lei amministrata e a livello nazionale. Chi vede favorito tra Renzi e Cuperlo?  
    Le primarie nel circolo PD di Rosarno hanno visto la vittoria di Pittella di misura su Cuperlo per una scelta, in questa prima fase, tesa a premiare l'unico candidato meridionale ma anche Renzi è stato sostenuto dagli iscritti.
    Purtroppo al voto non hanno partecipato  coloro che in  polemica con l'amministrazione e con il segretario del circolo  sono usciti dal consiglio comunale e dal direttivo del partito. E' ovvio che Renzi è il favorito, dipenderà dalle percentuali nelle varie zone d'Italia, non dimentichiamo che sono primarie aperte, alle quali potranno partecipare i simpatizzanti e tutti coloro che si riconoscono nelle idee del PD.
    Per concludere, varcchiamo i confini nazionali, pensa di candidarsi alle elezioni europee?
    Ho sempre affermato, non creduta, che la mia unica ambizione era quella di svolgere per intero il mandato amministrativo. Quello è l'impegno che ho preso con la cittadinanza e cercherò di onorarlo.
     Grazie mille e buon lavoro.
    Grazie a voi.


    domenica 24 novembre 2013

    Il linguaggio delle Mafie è spesso implicito, allusivo, delegittimante, tende a mistificare i fatti a gettare ombre.


    La mia replica alla d.ssa Musella è relativa al suo comunicato e non certo alla sua storia familiare della quale ho il massimo rispetto. Tuttavia non si può non notare come la stessa non si curi dell'offesa all'onore mio e della mia famiglia contenuta in quelle parti della lettera che ha estrapolato dal contesto.
    Anche per me parla la mia storia, non ho nulla da nascondere e paragonarmi ad una collaboratrice di giustizia è offensivo, per la diversità dei ruoli e dei contesti sociali di appartenenza.
    Non ho mai affermato, e ci sono numerosi verbali giudiziari in proposito, che quella lettera contenesse minacce di morte ma come ben sa la D.ssa Musella, occupandosi di questo argomento, il linguaggio delle mafie è spesso implicito, allusivo, delegittimante, tende a mistificare i fatti, a gettare ombre.
    La mia amministrazione ha sgombrato la casa della madre di Rocco Pesce, dopo 10 lunghi anni di inerzia da parte di tutti e ripeto tutti i soggetti che avevano amministrato Rosarno dal 2003 alla mia elezione.
    Ebbene noi l'abbiamo fatto ma non è un vanto è solo un dato storico! Lei non sa che quella lettera era contenuta in una busta intestata al comune di Rosarno, (messaggio cifrato?) e mi “rimproverava” tutto ciò che, con dovizia di particolari, la mia amministrazione aveva fatto in quegli otto mesi di mandato, tra cui la costituzione di parte civile nel processo “All Inside”(aprile 2011) dove il Pesce era imputato insieme ad altre 60 persone. Non sa neanche che il reato contestato al Pesce,  poi assolto in appello , non era quello di minaccia a me, persona fisica, ma minaccia ad un corpo politico amministrativo e per il quale l'amministrazione non si è costituita perchè nessun danno aveva subito l'economia del territorio o l'immagine dell'ente ma solo tanto fango che non ci toccava minimamente. Dispiace che in Calabria, ci si presti a giochi che fanno male a questa terra e tendono a distruggere piuttosto che a costruire, a dare patenti ed imprimatur, senza concentrarci a combattere, ognuno nel proprio ruolo, la 'ndrangheta.  

    IL SINDACO TRIPODI RISPONDE ALLA MUSELLA: ANTIMAFIA DEI FATTI NON A PAROLE



    Il sindaco Tripodi risponde alla Musella: antimafia dei fatti non a parole
    Il Sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, contattata telefonicamente dopo la nota stampa del Coordinamento nazionale Antimafia Riferimenti guidato dal presidente Adriana Musella, non ci sta e replica: “Rimango sconcertata delle dichiarazioni della dott.ssa Musella, la quale nel proprio comunicato ha estrapolato alcune parti della lettera senza mettere in risalto i motivi per cui quella lettera è stata spedita. Innanzi tutto ha omesso di precisare che la missiva inviata da Rocco Pesce  è successiva allo sgombero della casa della madre del Pesce, ed è successiva altresì ai miei attestati di stima nei confronti delle forze dell’ordine in merito alla cattura del latitante Pesce Francesco avvenuta nell’agosto 2011”. Il sindaco Tripodi ci tiene poi a precisare come “siamo per l’antimafia dei fatti e non gridata” per poi chiarire definitivamente sulla mancata costituzione di parte civile nel processo a carico di Rocco Pesce, poi assolto con formula piena, in merito alla famosa missiva “non ci siamo costituiti perché non si trattava di reati di mafia, a differenza di tutti i maxi processi, nove in due anni, dove il comune di Rosarno si è costituito contro centinaia di imputati, per ultimo il processo che fa seguito alle operazioni Blue Call e Tramonto contro la Cosca Bellocco. Questa è l’antimafia dei fatti”.
    Il primo cittadino di Rosarno affonda, infine, una stoccata nei confronti del presidente del coordinamento antimafia Riferimenti “sarei curiosa di sapere come mai la dott.ssa Musella, che da quanto apprendo ha sempre nutrito dubbi sul mio operato,  nel corso di questi anni mi ha spesso invitato alle sue manifestazioni e ai suoi convegni, senza mai chiedermi delle delucidazioni in merito alle sue perplessità”.

    venerdì 25 ottobre 2013

    Intervista a LiberEtà


    libereta.it

    Elisabetta Tripodi faceva l’avvocato a Varese, con due figli, un marito, e una vita agiata. Finché decide di tornare dov’era nata, «per il dovere civile di fare qualcosa». A Rosarno la sede fisica del nuovo municipio è qualcosa di atipico per una mente offesa dagli stereotipi: aiuole ben curate, stanze pulite, persone educate, porte aperte, nessun agente a bloccarti.

    Sono meravigliato, come quando telefonai a metà agosto per chiedere un incontro, e un assessore perbene mi diede persino il cellulare della sindaca. Una delle donne a capo di amministrazioni coraggiose, in prima linea e perciò più esposte, minacciate, attentate, sotto scorta.
    «Il degrado ha origini lontane – racconta – il disordine urbanistico e amministrativo risale agli anni Ottanta: nell’84 un incendio doloso distrusse il vecchio municipio, volevano eliminare le prove di illeciti nelle indagini in corso. Ma quattro anni prima viene ucciso Giuseppe Valarioti. «Quella data segna uno spartiacque storico, la mafia entra di prepotenza nel controllo dell’agricoltura, studia e organizza truffe all’Unione europea, come quella delle arance di carta: associazioni di carte false e finti produttori si arricchiscono totalizzando i contributi, mentre i veri agricoltori si impoveriscono e l’agricoltura deperisce.
    La mala politica. «Il problema – spiega Tripodi – è soprattutto di informazione, la Calabria è un cono d’ombra, se ne parla solo per ’ndrangheta o omicidi. Io sono stata fortunata nella mia attività di sindaco perché ho avuto i riflettori accesi, anche la mia elezione è dovuta alla rivolta del 2010 e alle grandi operazioni anticrimine che hanno preceduto il voto, all’indubbia voglia di cambiamento e speranza, alla curiosità verso una donna che va ad amministrare una città che sembra perduta».
    Elisabetta Tripodi ha le idee molto chiare. «Non ci si libera facilmente di certi condizionamenti mentali e culturali – mi dice – comunque è sbagliato imputare tutto a un’occulta regia della ’ndrangheta, il problema vero è la mala politica che può anche utilizzare la ’ndrangheta. «Vede, io sono stata eletta anche perché mi interpretavano come una presenza passeggera e innocua, invece io ho agito, dopo un mese dalla mia elezione ho fatto sgomberare la casa abitata dalla madre di un boss (una pratica tenuta nel cassetto da dieci anni), abbiamo abbattuto la cappella abusiva fatta costruire nel cimitero da un’altra cosca… Insomma abbiamo semplicemente applicato la legge uguale per tutti, anche se mi mettevano i manifesti contro. Pochi mesi dopo la mia elezione mi ha scritto dal carcere di Opera un ergastolano recluso da 22 anni: lamentava che la mia giunta si fosse costituita parte civile, che avessimo pregiudizi verso la sua famiglia, che avessimo fatto sgomberare la casa di sua madre… C’è stato un processo per minacce, lui è stato condannato in primo grado a cinque anni e mandato al 41 bis, in appello è stato assolto e io sono sotto scorta».
    La sindaca però va avanti, nonostante intimidazioni ad alcuni assessori, atti vandalici su beni comunali, incendi, tagli di piante, e nonostante il governo centrale abbia tagliato il nucleo di prevenzione anticrimine, per tagli alla spesa. «Qui non c’è un commissariato, c’è solo una tenenza dei carabinieri… Lavoriamo molto sulle scuole, cerchiamo di utilizzare al meglio i beni confiscati (uno assegnato agli scout), collaboriamo con Libera di don Ciotti, abbiamo molti progetti finanziati e alcuni quasi ultimati, ci occupiamo molto di politiche sociali, abbiamo istituito un centro alimentare per dare viveri alle persone, c’è molta povertà, la gente è disperata, se ci fosse lavoro non ci sarebbero tante situazioni di disagio che alimentano la malavita… Puntiamo parecchio sulla crescita delle coscienze; abbiamo ottenuto nel 2011 un finanziamento europeo di 14 milioni che ridisegna il volto della città (due cantieri sono già aperti). Ecco perché siamo scomodi, perché stiamo usando finanziamenti pubblici per opere pubbliche invece che in modo clientelare come da tradizione. È un vento nuovo, di idealità nuove, nel quale le donne sindache – appena una ventina su 490 sindaci nella regione – sono una punta simbolica all’avanguardia. Spero che ciò avvicini le persone alla politica concreta e non si dica più, come dicevano a me quando mi sono candidata, ma chi te lo fa fare?». 



    mercoledì 16 ottobre 2013

    La soprintendente Bonomi replica alle polemiche

    Mercoledì, 16 Ottobre 2013: CMnews

    Le recenti notizie apparse sulla stampa regionale relative al Parco Archeologico dell’antica Medma di Rosarno impongono a questa Soprintendenza di rendere noto il vero stato della questione al di là di ogni polemica.
    parco medma
    La città di Rosarno (RC) possiede il Parco Archeologico dell’antica Medma, in seguito all’esproprio effettuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria nell’ottobre 1993, quando furono acquisiti al Demanio dello Stato più di otto ettari di area archeologica già sottoposta a vincolo con Decreto Ministeriale; solo successivamente, in tempi più recenti, a quest’area si aggiunse quella di proprietà della Provincia di Reggio Calabria, da questa assegnata all’Istituto Agrario di Rosarno.
    Va precisato innanzitutto che l’identificazione della polis medmea con l’attuale Rosarno si deve all’archeologo Paolo Orsi che ne individuò il sito su Pian delle Vigne, a seguito del rinvenimento di due aree sacre: una in contrada Calderazzo, l’altra in località S. Anna; e di una limitata area di necropoli in località Nolio Carrozzo. A partire dagli anni sessanta del secolo scorso e in modo più regolare e continuo dagli anni ottanta e fino ad oggi, la ricerca archeologica a Medma è stata effettuata dai funzionari della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria che hanno diretto e coordinato le ricerche anche in collaborazione con archeologi esterni ed Università; in particolare nel corso degli anni sessanta del secolo scorso con la collaborazione di Salvatore Settis (già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa) sono state eseguite indagini in località Calderazzo con il rinvenimento di una porzione di area sacra, del settore di un’abitazione e di una fornace di età greca. Gli scavi sul Pian delle Vigne sono continuati negli anni settanta con una serie di rinvenimenti relativi all’abitato medmeo (scavi nelle proprietà Montagnese, e Scarano) ai quali collaborò Maurizio Paoletti (ora docente di archeologia all’Università di Cosenza); negli anni ottanta la Soprintendenza si avvalse della collaborazione dei proff. Maurizio Paoletti e Maria Cecilia Parra (ora docente all’Università di Pisa), per lo scavo in proprietà Ciurleo-D’Agostino, nei pressi dell’attuale cimitero, che portò, tra l’altro, al rinvenimento di una strada di grandi dimesioni (circa 14m), la plateia maggiore della polis. Nel corso del tempo e fino ad oggi le indagini sono proseguite determinando nuove e importanti acquisizioni nel settore urbano (rinvenimenti di abitazioni ed arterie viarie) e soprattutto di due nuove aree sacre all’ex Mattatoio e al Campo sportivo (con la messa in luce del basamento templare), ma anche di vaste aree della necropoli, in località Lacquari e Nolio Carrozzo. Sul piano scientifico le indagini degli ultimi dieci anni, condotti dal funzionario dott.ssa M. T. Iannelli hanno consentito di definire una nuova cronologia della fondazione della città, che ora è fissata all’inizio del VII sec.a.C. e non più alla metà del VI, così come era stata determinata dall’Orsi, secondo i dati allora disponibili. Le ricerche archeologiche medmee sono state oggetto di pubblicazioni (monografie e articoli in riviste ed atti di Convegni scientifici).
    A Rosarno la collaborazione tra la Soprintendenza, il Comune e le altre Istituzioni data all’anno 2000. Il 24 ottobre di quell’anno il Soprintendente E. Lattanzi, il Sindaco G. Lavorato, il Rettore dell’Università degli Studi di Reggio Calabria A. Bianchi firmarono un protocollo d’intesa “Per la valorizzazione dell’area demaniale all’interno del Parco Archeologico dell’antica Medma”, che succesivamente il 16 novembre 2001 venne sottoscritto anche dalla Provincia di Reggio Calabria (Dott. A. C. Calabrò in qualità di Presidente).
    Il nuovo protocollo d’intesa, sottoscritto dai quattro Enti ( Comune, Soprintendenza, Provincia, Università Mediterranea) prevedeva, tra l’altro, che due degli immobili siti nel Parco, di proprietà della Provincia, fossero concessi in comodato d’uso: uno all’Università Mediterranea di Reggio Calabria per ospitare studenti e professori e per realizzare la “Scuola di Archeologia”, l’altro alla Soprintendenza per la realizzazione del Museo Archeologico dell’antica Medma.
    Con delibera n. 46 del 6/11/2001, l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, a seguito di un incontro con le parti contraenti il protocollo d’intesa sopra citato, approvava un progetto preliminare inerente la valorizzazione dell’area archeologica dell’antica Medma, nel quale si prevedeva, tra l’altro, il finanziamento per la ristrutturazione dei due immobili sopra citati: la Scuola di Archeologia e l’ Antiquarium, compreso l’allestimento.
    Il 23/03/2004 (Sindaco avv. Saccomanno), veniva confermato il protocollo d’intesa tra le parti contraenti sopra citate, che si impegnavano a rendere esecutivi gli appalti sia della progettazione relativa alla ristrutturazione e all’allestimento degli immobili sopra descritti, sia di quella relativa al progetto PIT denominato “Parco Archeologico di Medma”, già finanziato dalla Regione Calabria che prevedeva la sistemazione dell’area archeologica e la videosorveglianza; entrambe le progettazioni erano state curate, senza alcun onere, dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria (per la parte inerente l’allestimento museale e lo scavo e il restauro delle preesistenze archeologiche), come concordato nei vari protocolli d’intesa sottoscritti in precedenza.
    Va riconosciuto al Sindaco G. Lavorato, il vero e più convinto promotore della collaborazione tra gli Enti, finalizzata alla valorizzazione del Parco Archeologico dell’antica Medma, un ruolo decisivo nella richiesta e nella sollecitazione, sia all’Amministrazione Provinciale che alla Regione Calabria, dei finanziamenti dei progetti di cui sopra. I lavori finanziati con il progetto PITsono stati eseguiti e collaudati negli anni 2008-2009; sono state realizzate anche le ristrutturazioni dei due immobili adibiti rispettivamente a Scuola di Archeologia e ad Antiquarium, come pure la videosorveglianza del Parco.
    Bisogna registrare che l’immobile destinato a Scuola di Archeologia è stato soggetto ad atti vandalici che hanno distrutto e deturpato la struttura rendendola inagibile. Di recente, gli stessi locali, a seguito del finanziamento da parte della Provincia, sono stati nuovamente ristrutturati e ora ospitano laboratori del contiguo Istituto Agrario.
    Nell’anno 2007 il giorno 26 del mese di aprile, venne stipulato un nuovo protocollo d’intesa tra Provincia di Reggio Calabria, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, Soprintendenza Archeologica della Calabria, Comune di Rosarno (Sindaco G. Martelli), Università Mediterranea di Reggio Calabria, Comuni di: Gioiosa Jonica e Palmi, che tra l’altro prevedeva il finanziamento di € 1.850.000,00 per lo scavo, il restauro e la sistemazione del Parco dell’antica Medma.
    Si deve registrare un ritardo nei lavori di allestimento dell’Antiquarium e di sistemazione del Parco che è da imputare alle vicissitudini subite nell’ espletamento delle gare di appalto curate dalla SUAP di Reggio Calabria: per il primo lotto di lavori la prima gara è andata deserta, quindi ne è stata bandita una seconda, ormai espletata. I lavori di allestimento dell’Antiquarium sono stati regolarmente consegnati nel luglio scorso e la ditta incaricata ha tempo di realizzare l’allestimento entro il prossimo mese di dicembre. Per il secondo lotto, il ritardo è stato determinato da un ricorso presentato da una delle ditte partecipanti alla gara; solo di recente il TAR ha sbloccato i lavori, così da consentire alla provincia di consegnare il cantiere.
    Per quanto riguarda gli incendi, quello dell’anno scorso, che effettivamente ha determinato gravi danni alle piante del Parco, e che guarda caso è stato appiccato proprio mentre il personale incaricato da Comune e Soprintendenza effettuava la ormai consueta pulizia dell’area, si deve ancora una volta precisare, che purtroppo la zona archeologica, già fin dal momento dell’esproprio e nel corso degli anni successivi, è stata oggetto di numerosi atti vandalici che vanno dalla distruzione di un piccolo fabbricato per il ricovero degli attrezzi, agli incendi dolosi, alle buche clandestine e alla sottrazione del prodotto dell’uliveto secolare che letteralmente hanno devastato l’area. Quindi il recente incendio doloso è l’ennesimo che ha dato il colpo di grazia ad un’area da tempo “straziata” dai vandali.
    A niente sono valse le denunzie alle forze dell’ordine, puntuali e costanti della Soprintendenza che più volte, insieme all’allora Intendenza di Finanza, ha invano cercato di affidare ad esterni i lavori agricoli per la manutenzione delle piante (tutte le gare sono andate deserte e perfino l’Associazione Libera si è rifiutata di intervenire perché l’area era troppo limitata e quindi non era abbastanza produttiva); e a nulla sono valsi gli accorati appelli dell’allora Sindaco Lavorato.
    E’ probabile che una delle ragioni di questa costante attività distruttrice sia da ricercare nella stessa costituzione di questo primo nucleo di Parco archeologico (in realtà la zona interessata dalla presenza della città antica è molto più vasta), il cui esproprio da parte della Soprintendenza ha letteralmente strappato alla speculazione edilizia della malavita locale il possesso di questa zona della città, molto appetibile; l’esproprio dell’area è stato possibile grazie alla disponibilità e al senso civico della proprietaria Sig.ra Naso che non ha ceduto alle lusinghe dei probabili acquirenti che più volte avevano tentato di “convincerla” a cedere la proprietà, subito dopo la morte del marito; la stessa, a suo tempo e più volte, ebbe a dichiarare che preferiva vendere allo Stato e non a “certa gente”. Quindi l’esproprio di quest’area, da tempo sottoposta a tutela, è stata percepita dall’opinione pubblica locale come una prova tangibile della presenza dello Stato che era riuscito ad affermare la legalità in un’area vincolata e pertanto a rischio di speculazione.
    E’ falso quindi affermare che gli incendi sono dovuti all’incuria dei luoghi; da tempo, con la collaborazione del Comune di Rosarno la Soprintendenza riesce a diserbare tutta l’area almeno una volta l’anno e tempo addietro lo scavo in contrada Calderazzo, effettuato con la direzione del funzionario della Soprintendenza, in collaborazione con il prof. Paoletti, è stato oggetto di restauro mediante l’utilizzo di un finanziamento ministeriale.
    Non è vero che la richiesta avanzata dall’Istituto Agrario di Rosarno per ottenere la gestione del Parco, inviata alla Soprintendenza il 25 agosto 2012, non ha ottenuto risposta; con la nota del 18 ottobre 2012 la Soprintendenza ha dovuto declinare l’offerta poiché era in corso la stipula della convenzione tra Comune e Soprintendenza per la gestione del Parco in questione; convenzione che è poi stata perfezionata, autorizzata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria ed infine sottoscritta da entrambi gli Enti il 25 luglio 2013. Essa prevede la manutenzione ordinaria del Museo da parte della Soprintendenza e quella del Parco da parte del Comune, determina le modalità di apertura al pubblico, la sorveglianza, l’assistenza ai visitatori, il monitoraggio conservativo e la manutenzione ordinaria del patrimonio, nonchè le attività promozionali dell’area e per l’area.
    Si ribadisce infine che nessuna negligenza è imputabile alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, che, superando le note e manifeste difficoltà ambientali, ha vincolato ed espropriato l’area, ha promosso il Parco Archeologico dell’antica Mendma in stretta collaborazione con il Comune e la Provincia di Reggio Calabria, ha dato luogo a numerose attività di conoscenza, studio, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico, e ancora si impegnerà strenuamente perché tutti i progetti in campo si realizzino positivamente.
    IL SOPRINTENDENTE
    Dott.ssa Simonetta Bonomi