venerdì 25 ottobre 2013

Intervista a LiberEtà


libereta.it

Elisabetta Tripodi faceva l’avvocato a Varese, con due figli, un marito, e una vita agiata. Finché decide di tornare dov’era nata, «per il dovere civile di fare qualcosa». A Rosarno la sede fisica del nuovo municipio è qualcosa di atipico per una mente offesa dagli stereotipi: aiuole ben curate, stanze pulite, persone educate, porte aperte, nessun agente a bloccarti.

Sono meravigliato, come quando telefonai a metà agosto per chiedere un incontro, e un assessore perbene mi diede persino il cellulare della sindaca. Una delle donne a capo di amministrazioni coraggiose, in prima linea e perciò più esposte, minacciate, attentate, sotto scorta.
«Il degrado ha origini lontane – racconta – il disordine urbanistico e amministrativo risale agli anni Ottanta: nell’84 un incendio doloso distrusse il vecchio municipio, volevano eliminare le prove di illeciti nelle indagini in corso. Ma quattro anni prima viene ucciso Giuseppe Valarioti. «Quella data segna uno spartiacque storico, la mafia entra di prepotenza nel controllo dell’agricoltura, studia e organizza truffe all’Unione europea, come quella delle arance di carta: associazioni di carte false e finti produttori si arricchiscono totalizzando i contributi, mentre i veri agricoltori si impoveriscono e l’agricoltura deperisce.
La mala politica. «Il problema – spiega Tripodi – è soprattutto di informazione, la Calabria è un cono d’ombra, se ne parla solo per ’ndrangheta o omicidi. Io sono stata fortunata nella mia attività di sindaco perché ho avuto i riflettori accesi, anche la mia elezione è dovuta alla rivolta del 2010 e alle grandi operazioni anticrimine che hanno preceduto il voto, all’indubbia voglia di cambiamento e speranza, alla curiosità verso una donna che va ad amministrare una città che sembra perduta».
Elisabetta Tripodi ha le idee molto chiare. «Non ci si libera facilmente di certi condizionamenti mentali e culturali – mi dice – comunque è sbagliato imputare tutto a un’occulta regia della ’ndrangheta, il problema vero è la mala politica che può anche utilizzare la ’ndrangheta. «Vede, io sono stata eletta anche perché mi interpretavano come una presenza passeggera e innocua, invece io ho agito, dopo un mese dalla mia elezione ho fatto sgomberare la casa abitata dalla madre di un boss (una pratica tenuta nel cassetto da dieci anni), abbiamo abbattuto la cappella abusiva fatta costruire nel cimitero da un’altra cosca… Insomma abbiamo semplicemente applicato la legge uguale per tutti, anche se mi mettevano i manifesti contro. Pochi mesi dopo la mia elezione mi ha scritto dal carcere di Opera un ergastolano recluso da 22 anni: lamentava che la mia giunta si fosse costituita parte civile, che avessimo pregiudizi verso la sua famiglia, che avessimo fatto sgomberare la casa di sua madre… C’è stato un processo per minacce, lui è stato condannato in primo grado a cinque anni e mandato al 41 bis, in appello è stato assolto e io sono sotto scorta».
La sindaca però va avanti, nonostante intimidazioni ad alcuni assessori, atti vandalici su beni comunali, incendi, tagli di piante, e nonostante il governo centrale abbia tagliato il nucleo di prevenzione anticrimine, per tagli alla spesa. «Qui non c’è un commissariato, c’è solo una tenenza dei carabinieri… Lavoriamo molto sulle scuole, cerchiamo di utilizzare al meglio i beni confiscati (uno assegnato agli scout), collaboriamo con Libera di don Ciotti, abbiamo molti progetti finanziati e alcuni quasi ultimati, ci occupiamo molto di politiche sociali, abbiamo istituito un centro alimentare per dare viveri alle persone, c’è molta povertà, la gente è disperata, se ci fosse lavoro non ci sarebbero tante situazioni di disagio che alimentano la malavita… Puntiamo parecchio sulla crescita delle coscienze; abbiamo ottenuto nel 2011 un finanziamento europeo di 14 milioni che ridisegna il volto della città (due cantieri sono già aperti). Ecco perché siamo scomodi, perché stiamo usando finanziamenti pubblici per opere pubbliche invece che in modo clientelare come da tradizione. È un vento nuovo, di idealità nuove, nel quale le donne sindache – appena una ventina su 490 sindaci nella regione – sono una punta simbolica all’avanguardia. Spero che ciò avvicini le persone alla politica concreta e non si dica più, come dicevano a me quando mi sono candidata, ma chi te lo fa fare?». 



mercoledì 16 ottobre 2013

La soprintendente Bonomi replica alle polemiche

Mercoledì, 16 Ottobre 2013: CMnews

Le recenti notizie apparse sulla stampa regionale relative al Parco Archeologico dell’antica Medma di Rosarno impongono a questa Soprintendenza di rendere noto il vero stato della questione al di là di ogni polemica.
parco medma
La città di Rosarno (RC) possiede il Parco Archeologico dell’antica Medma, in seguito all’esproprio effettuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria nell’ottobre 1993, quando furono acquisiti al Demanio dello Stato più di otto ettari di area archeologica già sottoposta a vincolo con Decreto Ministeriale; solo successivamente, in tempi più recenti, a quest’area si aggiunse quella di proprietà della Provincia di Reggio Calabria, da questa assegnata all’Istituto Agrario di Rosarno.
Va precisato innanzitutto che l’identificazione della polis medmea con l’attuale Rosarno si deve all’archeologo Paolo Orsi che ne individuò il sito su Pian delle Vigne, a seguito del rinvenimento di due aree sacre: una in contrada Calderazzo, l’altra in località S. Anna; e di una limitata area di necropoli in località Nolio Carrozzo. A partire dagli anni sessanta del secolo scorso e in modo più regolare e continuo dagli anni ottanta e fino ad oggi, la ricerca archeologica a Medma è stata effettuata dai funzionari della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria che hanno diretto e coordinato le ricerche anche in collaborazione con archeologi esterni ed Università; in particolare nel corso degli anni sessanta del secolo scorso con la collaborazione di Salvatore Settis (già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa) sono state eseguite indagini in località Calderazzo con il rinvenimento di una porzione di area sacra, del settore di un’abitazione e di una fornace di età greca. Gli scavi sul Pian delle Vigne sono continuati negli anni settanta con una serie di rinvenimenti relativi all’abitato medmeo (scavi nelle proprietà Montagnese, e Scarano) ai quali collaborò Maurizio Paoletti (ora docente di archeologia all’Università di Cosenza); negli anni ottanta la Soprintendenza si avvalse della collaborazione dei proff. Maurizio Paoletti e Maria Cecilia Parra (ora docente all’Università di Pisa), per lo scavo in proprietà Ciurleo-D’Agostino, nei pressi dell’attuale cimitero, che portò, tra l’altro, al rinvenimento di una strada di grandi dimesioni (circa 14m), la plateia maggiore della polis. Nel corso del tempo e fino ad oggi le indagini sono proseguite determinando nuove e importanti acquisizioni nel settore urbano (rinvenimenti di abitazioni ed arterie viarie) e soprattutto di due nuove aree sacre all’ex Mattatoio e al Campo sportivo (con la messa in luce del basamento templare), ma anche di vaste aree della necropoli, in località Lacquari e Nolio Carrozzo. Sul piano scientifico le indagini degli ultimi dieci anni, condotti dal funzionario dott.ssa M. T. Iannelli hanno consentito di definire una nuova cronologia della fondazione della città, che ora è fissata all’inizio del VII sec.a.C. e non più alla metà del VI, così come era stata determinata dall’Orsi, secondo i dati allora disponibili. Le ricerche archeologiche medmee sono state oggetto di pubblicazioni (monografie e articoli in riviste ed atti di Convegni scientifici).
A Rosarno la collaborazione tra la Soprintendenza, il Comune e le altre Istituzioni data all’anno 2000. Il 24 ottobre di quell’anno il Soprintendente E. Lattanzi, il Sindaco G. Lavorato, il Rettore dell’Università degli Studi di Reggio Calabria A. Bianchi firmarono un protocollo d’intesa “Per la valorizzazione dell’area demaniale all’interno del Parco Archeologico dell’antica Medma”, che succesivamente il 16 novembre 2001 venne sottoscritto anche dalla Provincia di Reggio Calabria (Dott. A. C. Calabrò in qualità di Presidente).
Il nuovo protocollo d’intesa, sottoscritto dai quattro Enti ( Comune, Soprintendenza, Provincia, Università Mediterranea) prevedeva, tra l’altro, che due degli immobili siti nel Parco, di proprietà della Provincia, fossero concessi in comodato d’uso: uno all’Università Mediterranea di Reggio Calabria per ospitare studenti e professori e per realizzare la “Scuola di Archeologia”, l’altro alla Soprintendenza per la realizzazione del Museo Archeologico dell’antica Medma.
Con delibera n. 46 del 6/11/2001, l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, a seguito di un incontro con le parti contraenti il protocollo d’intesa sopra citato, approvava un progetto preliminare inerente la valorizzazione dell’area archeologica dell’antica Medma, nel quale si prevedeva, tra l’altro, il finanziamento per la ristrutturazione dei due immobili sopra citati: la Scuola di Archeologia e l’ Antiquarium, compreso l’allestimento.
Il 23/03/2004 (Sindaco avv. Saccomanno), veniva confermato il protocollo d’intesa tra le parti contraenti sopra citate, che si impegnavano a rendere esecutivi gli appalti sia della progettazione relativa alla ristrutturazione e all’allestimento degli immobili sopra descritti, sia di quella relativa al progetto PIT denominato “Parco Archeologico di Medma”, già finanziato dalla Regione Calabria che prevedeva la sistemazione dell’area archeologica e la videosorveglianza; entrambe le progettazioni erano state curate, senza alcun onere, dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria (per la parte inerente l’allestimento museale e lo scavo e il restauro delle preesistenze archeologiche), come concordato nei vari protocolli d’intesa sottoscritti in precedenza.
Va riconosciuto al Sindaco G. Lavorato, il vero e più convinto promotore della collaborazione tra gli Enti, finalizzata alla valorizzazione del Parco Archeologico dell’antica Medma, un ruolo decisivo nella richiesta e nella sollecitazione, sia all’Amministrazione Provinciale che alla Regione Calabria, dei finanziamenti dei progetti di cui sopra. I lavori finanziati con il progetto PITsono stati eseguiti e collaudati negli anni 2008-2009; sono state realizzate anche le ristrutturazioni dei due immobili adibiti rispettivamente a Scuola di Archeologia e ad Antiquarium, come pure la videosorveglianza del Parco.
Bisogna registrare che l’immobile destinato a Scuola di Archeologia è stato soggetto ad atti vandalici che hanno distrutto e deturpato la struttura rendendola inagibile. Di recente, gli stessi locali, a seguito del finanziamento da parte della Provincia, sono stati nuovamente ristrutturati e ora ospitano laboratori del contiguo Istituto Agrario.
Nell’anno 2007 il giorno 26 del mese di aprile, venne stipulato un nuovo protocollo d’intesa tra Provincia di Reggio Calabria, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, Soprintendenza Archeologica della Calabria, Comune di Rosarno (Sindaco G. Martelli), Università Mediterranea di Reggio Calabria, Comuni di: Gioiosa Jonica e Palmi, che tra l’altro prevedeva il finanziamento di € 1.850.000,00 per lo scavo, il restauro e la sistemazione del Parco dell’antica Medma.
Si deve registrare un ritardo nei lavori di allestimento dell’Antiquarium e di sistemazione del Parco che è da imputare alle vicissitudini subite nell’ espletamento delle gare di appalto curate dalla SUAP di Reggio Calabria: per il primo lotto di lavori la prima gara è andata deserta, quindi ne è stata bandita una seconda, ormai espletata. I lavori di allestimento dell’Antiquarium sono stati regolarmente consegnati nel luglio scorso e la ditta incaricata ha tempo di realizzare l’allestimento entro il prossimo mese di dicembre. Per il secondo lotto, il ritardo è stato determinato da un ricorso presentato da una delle ditte partecipanti alla gara; solo di recente il TAR ha sbloccato i lavori, così da consentire alla provincia di consegnare il cantiere.
Per quanto riguarda gli incendi, quello dell’anno scorso, che effettivamente ha determinato gravi danni alle piante del Parco, e che guarda caso è stato appiccato proprio mentre il personale incaricato da Comune e Soprintendenza effettuava la ormai consueta pulizia dell’area, si deve ancora una volta precisare, che purtroppo la zona archeologica, già fin dal momento dell’esproprio e nel corso degli anni successivi, è stata oggetto di numerosi atti vandalici che vanno dalla distruzione di un piccolo fabbricato per il ricovero degli attrezzi, agli incendi dolosi, alle buche clandestine e alla sottrazione del prodotto dell’uliveto secolare che letteralmente hanno devastato l’area. Quindi il recente incendio doloso è l’ennesimo che ha dato il colpo di grazia ad un’area da tempo “straziata” dai vandali.
A niente sono valse le denunzie alle forze dell’ordine, puntuali e costanti della Soprintendenza che più volte, insieme all’allora Intendenza di Finanza, ha invano cercato di affidare ad esterni i lavori agricoli per la manutenzione delle piante (tutte le gare sono andate deserte e perfino l’Associazione Libera si è rifiutata di intervenire perché l’area era troppo limitata e quindi non era abbastanza produttiva); e a nulla sono valsi gli accorati appelli dell’allora Sindaco Lavorato.
E’ probabile che una delle ragioni di questa costante attività distruttrice sia da ricercare nella stessa costituzione di questo primo nucleo di Parco archeologico (in realtà la zona interessata dalla presenza della città antica è molto più vasta), il cui esproprio da parte della Soprintendenza ha letteralmente strappato alla speculazione edilizia della malavita locale il possesso di questa zona della città, molto appetibile; l’esproprio dell’area è stato possibile grazie alla disponibilità e al senso civico della proprietaria Sig.ra Naso che non ha ceduto alle lusinghe dei probabili acquirenti che più volte avevano tentato di “convincerla” a cedere la proprietà, subito dopo la morte del marito; la stessa, a suo tempo e più volte, ebbe a dichiarare che preferiva vendere allo Stato e non a “certa gente”. Quindi l’esproprio di quest’area, da tempo sottoposta a tutela, è stata percepita dall’opinione pubblica locale come una prova tangibile della presenza dello Stato che era riuscito ad affermare la legalità in un’area vincolata e pertanto a rischio di speculazione.
E’ falso quindi affermare che gli incendi sono dovuti all’incuria dei luoghi; da tempo, con la collaborazione del Comune di Rosarno la Soprintendenza riesce a diserbare tutta l’area almeno una volta l’anno e tempo addietro lo scavo in contrada Calderazzo, effettuato con la direzione del funzionario della Soprintendenza, in collaborazione con il prof. Paoletti, è stato oggetto di restauro mediante l’utilizzo di un finanziamento ministeriale.
Non è vero che la richiesta avanzata dall’Istituto Agrario di Rosarno per ottenere la gestione del Parco, inviata alla Soprintendenza il 25 agosto 2012, non ha ottenuto risposta; con la nota del 18 ottobre 2012 la Soprintendenza ha dovuto declinare l’offerta poiché era in corso la stipula della convenzione tra Comune e Soprintendenza per la gestione del Parco in questione; convenzione che è poi stata perfezionata, autorizzata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria ed infine sottoscritta da entrambi gli Enti il 25 luglio 2013. Essa prevede la manutenzione ordinaria del Museo da parte della Soprintendenza e quella del Parco da parte del Comune, determina le modalità di apertura al pubblico, la sorveglianza, l’assistenza ai visitatori, il monitoraggio conservativo e la manutenzione ordinaria del patrimonio, nonchè le attività promozionali dell’area e per l’area.
Si ribadisce infine che nessuna negligenza è imputabile alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, che, superando le note e manifeste difficoltà ambientali, ha vincolato ed espropriato l’area, ha promosso il Parco Archeologico dell’antica Mendma in stretta collaborazione con il Comune e la Provincia di Reggio Calabria, ha dato luogo a numerose attività di conoscenza, studio, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico, e ancora si impegnerà strenuamente perché tutti i progetti in campo si realizzino positivamente.
IL SOPRINTENDENTE
Dott.ssa Simonetta Bonomi

sabato 12 ottobre 2013

A città di Rosarno smentisce il vicesegretario UDC in Calabria, Giuseppe Idà


 Il vicesegretario dell'Udc in Calabria, Giuseppe Idà, invia a diverse redazioni alcune foto di una scultura che, a suo dire, inneggia al gesto del folle che lanciò contro Silvio Berlusconi una statuetta del Duomo di Milano. In redazione nessuno si prende la briga di verificare la notizia, approfondire, chiarire chi è questo artista (il cui nome resterà sconosciuto) e in che modo abbia prodotto l'opera in questione.
Solo una telefonata alla Sindaca che si giustifica come può, rivelandosi poco informata sui fatti, anche perché non direttamente interessata della questione.
In realtà in questa storia non c'entrano né Berlusconi, né il Comune di Rosarno. L'opera del berlinese The Wa, infatti, è stata realizzata durante il 2° Festival Internazionale della Rigenerazione Urbana, svoltosi a Rosarno dal 15 al 29 settembre scorso. Insieme a lui, 11 artisti di fama internazionale, 2 università italiane, 3 collettivi di architetti e designer, 2 compagnie di teatro-danza, 40 studenti e professionisti provenienti da tutta Italia e tanti cittadini rosarnesi hanno realizzato la riqualificazione di un quartiere degradato del centro storico; un quartiere i cui problemi sociali ed economici rendono decisamente trascurabili le questioni biografiche di Silvio Berlusconi. D'altro canto, la statua della mano che sorregge una chiesa, richiamante nelle sembianze il Duomo di Milano, è stata sistemata in una piazza della città solo per alcune ore, per permettere all'artista di documentare fotograficamente l'opera. Successivamente coperta in attesa che venisse individuata la sua collocazione definitiva, la scultura è stata nottetempo svelata, senza alcuna autorizzazione, per realizzare le fotografie, poi inviate alle redazioni.
Questa macchinazione diffamatoria, si dimostra ancora più misera nel momento in cui rivela il vuoto assoluto di una piccola classe politica, che nella sua incapacità di lavorare per il territorio si vede costretta a inventare inutili battaglie politiche, al solo fine di giustificare la necessità della propria esistenza. L'Associazione A di Città - Rosarno, alla cui azione si deve la realizzazione del Festival, è indignata dal modo in cui lo stesso venga usato per alimentare in modo meschino e sterile la lotta tra i partiti della città.
L'Amministrazione Comunale è coinvolta nel Festival nella misura in cui ha riconosciuto la bontà delle nostre intenzioni e ci ha concesso il patrocinio. Non ha bandito nessun concorso artistico (come figurava erroneamente nell'articolo, poi corretto, pubblicato da Il Giornale on line e su Liberoquotidiano.it), né ha commissionato o finanziato direttamente alcuna delle opere prodotte. I fondi provenienti dalle casse comunali ammontano, come preciseremo meglio anche in occasione della pubblicazione del nostro bilancio economico, a 2000 euro.  
L'associazione A di Città - Rosarno continuerà a lavorare con i professionisti, le realtà del terzo settore e i cittadini per la coesione sociale, la sostenibilità economica, la promozione dell'arte urbana e la rigenerazione della città, senza mai accettare alcuna strumentalizzazione del nome di Rosarno.

A di città - Rosarno

Solidarietà a Giuseppe Scandinaro Presidente del Circolo Arci di Rosarno


CITTÁ DI ROSARNO
- Provincia di REGGIO CALABRIA -

= Viale Della Pace, snc – 89025 ROSARNO =

0966 7101 - 0966 780042
P. IVA 00725430805 = C.F. 82001350808





COMUNICATO STAMPA


L’Amministrazione Comunale di Rosarno condanna il gesto criminale della scorsa notte ai danni dell’autovettura di Giuseppe Scandinaro, presidente del Circolo Arci della Città di Rosarno ed esponente della sinistra rosarnese.
Una ferma condanna da parte nostra ad un gesto vile contro una persona che si è sempre spesa per la nostra città, in politica ed all’interno di quella Casa del Popolo che lo ha visto protagonista di tante battaglie a fianco dei lavoratori. Il ricorso alla violenza come forma di sopraffazione, costituisce il metodo utilizzato per intimorire chi si adopera, nella legalità, per la crescita della nostra comunità.
Siamo convinti che i cittadini di Rosarno troveranno la forza necessaria per reagire a tutte le forme di violenza e prepotenza e riaffermare per Rosarno il ruolo di città laboriosa ed onesta.


Rosarno, 11/10/2013

L’Amministrazione Comunale

venerdì 11 ottobre 2013

COMUNICATO STAMPA PD ROSARNO


COMUNICATO STAMPA

Dopo le ultime esternazioni, a mezzo stampa, false ed offensive, riteniamo che l'Assemblea del Circolo PD cittadino si debba pronunciare, senza indugio e con determinazione, sulle ex Consigliere, Grace D’Agata e Maria Borgese e sul dirigente di circolo Giacomo Giovinazzo. Durante l'ultima riunione di Direttivo del Partito Democratico del 7/10/2013, alla presenza anche del Capogruppo Andrea Il Grande si è cercato di avere i dovuti chiarimenti e motivazioni circa le improvvise dimissioni delle due ex consigliere,e di redimere le controversie interne. Avevamo deciso di non pubblicare nessun comunicato stampa , anche perché, alla richiesta fatta dalla segretaria di avere una copia della relazione, mandata poi ai giornali, è stato risposto che non era il caso perchè sarebbero potuto circolare delle fotocopie che, puntualmente, invece, la stessa sera circolavano distribuite ad arte alla popolazione rosarnese. Scorrettezza politica che si aggiunge alle gravi offese personali che la stessa consigliera D'agata ha indirizzato alla segretaria, che hanno offeso lei e tutto il partito. Questo episodio ed altri ci hanno costretto a pubblicare questa nota. Sono emerse incomprensioni politiche gravi che ci hanno fatto prendere le distanze, prima dalle due consigliere e poi dall'inqualificabile commento del nostro dirigente sul profilo Facebook che augurava agli “incapaci dell'amministrazione di porre fine agli interessi personali e di dimettersi”. Accuse a nostro avviso immeritate, senza fondamento, e politicamente, nettamente in contrasto con la figura di dirigente del partito. Le argomentazioni che hanno portato alle dimissioni delle due consigliere non sono per nulla chiare, sono contraddittorie e smentite più volte dal Sindaco, dalla Coordinatrice del partito, dall'ex Capogruppo Italiano, dal subentrato capogruppo Il Grande, da tutti i Consiglieri e Assessori e dall'intera maggioranza. Il numero di politici citati , non lascia spazio a malintesi, dimenticanze o peggio ancora, a complotti di massa fatte all'insaputa delle due democratiche: nelle ultime riunioni decisive di Gruppo consiliare mai nessun veto è stato espresso circa la possibilità di nominare in giunta esecutiva l’indipendente Franco Bruzzese, già consigliere PD, anzi tale possibilità è stata proposta durante una riunione di Gruppo consiliare PD con l’approvazione anche delle due consigliere. I passaggi politici che hanno portato alla nomina dei due assessori sono stati compiuti nel rispetto di tutte le componenti del partito e coordinato dalla nostra segretaria che non si è risparmiata nel serrare le fila, raccordare tutte le diverse opinioni e farne sintesi. Il PD, come è noto, occupa una posizione di assoluto rilievo in questa amministrazione e concorre con Sinistra per Rosarno, Sel ed Agorà a portare avanti quei valori di legalità, giustizia e buona amministrazione che il partito regionale ha ben espresso nella sua nota chiarissima pubblicata dopo le dimissioni delle consigliere. Il partito, dopo gli avvicendamenti di giunta, si è rafforzato con due nuovi assessori, entrambi determinanti per la vittoria alle ultime elezioni e che hanno una caratura professionale, politica e amministrativa tale da incidere in maniera fattiva a quel cambio di passo, che le stesse consigliere ed il dirigente auspicavano in questa compagine amministrativa. Il consiglio si è rafforzato con l'ingresso di componenti di spiccata moralità ed indubbio valore. E' stato ripristinato quell'equilibrio interno al partito che ha ritrovato una nuova vitalità ed un lineare azione politica Per questi motivi, che non sono per nulla personali, abbiamo deciso di chiedere agli interessati di fare una volta per tutte chiarezza nell'interesse del partito e delle nostra comunità. E' con grande rammarico che esprimiamo queste parole, il nostro impegno, la nostra dignità e la voglia di incidere profondamente sul ripristino di quei valori comuni che un tempo ci univano, sono stati abbandonati a favore di interessi che a noi ancora sfuggono.

La Coordinatrice del PD Stefania Mancuso
Il Sindaco Elisabetta Tripodi
Gli Assessori ed i Consiglieri PD.

mercoledì 9 ottobre 2013

IL COMUNE DI ROSARNO GESTIRÀ' IL PARCO ARCHEOLOGICO DI MEDMA: FIRMATO PROTOCOLLO D'INTESA CON SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA CALABRIA


A palazzo “S. Giovanni”, si è svolta la conferenza stampa per la presentazione del protocollo d’intesa tra “Comune di Rosarno” e “Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria”, per “La tutela, conservazione e valorizzazione del Parco Archeologico dell’antica Medma”. Alla riunione, oltre al primo cittadino e ad alcuni membri della sua maggioranza, erano presenti le dott.sse Simonetta Bonomi Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria, Maria Teresa Iannelli Direttore Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e l’architetto Giovanni Mastruzzo, responsabile della V° U.O.C. del Comune di Rosarno.
Vista l’imminente inaugurazione del “Museo” e dell’avvio dei lavori di definitiva sistemazione del “Parco Archeologico”, durante la riunione si è discusso delle difficoltà maggiori quotidianamente riscontrate da parte dei due Enti nella manutenzione e nella gestione ordinaria e straordinaria del Parco, oltre che della protezione dello stesso da atti di vandalismo e da incendi.
Il protocollo d’intesa stilato tra Comune e soprintendenza il 25 luglio scorso, infatti, darà il via ad una ulteriore e più proficua collaborazione che ha come obiettivo stabilire le linee guida per la manutenzione, la sorveglianza, l’apertura al pubblico, l’assistenza ai visitatori, le attività culturali nell’area e promozionali per l’area ed infine il monitoraggio conservativo del patrimonio archeologico. I lavori, che avrebbero dovuto essere consegnati oggi, hanno subito un ritardo nella consegna a causa della mancata delibera del consiglio d’Istituto d’Istruzione Superiore“R. Piria” che gestisce ben 6 ettari del Parco Archeologico, di proprietà della Provincia.
Il comune di Rosarno, che nell’ultimo consiglio comunale ha istituito un apposito capitolo di bilancio, aprendo un capitolo di spesa ad hoc, curerà la manutenzione ordinaria dell’area acquisita dalla stessa e delle attrezzature realizzate a protezione dei resti archeologici, secondo programmi di attività concordati con la Soprintendenza.
La Soprintendenza si assume l’onere della manutenzione ordinaria dell’edificio adibito a Museo Archeologico, ora in corso di allestimento, grazie ad un progetto finanziato dall’Amministrazione provinciale, la cui progettazione è stata curata dal personale della Soprintendenza espressamente incaricato.
Infine, il comune di Rosarno ha intrapreso un rapporto di partenariato con l’Afor che porterà alla firma di una convenzione finalizzata ad interventi di pulizia e sistemazione del Parco Archeologico.

Rosarno, 08/10/2013 

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI ROSARNO HA ISTITUITO IL "COMITATO UNICO DI GARANZIA PER LE PARI OPPORTUNITÀ',


Al Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità sono attribuiti compiti propositivi, consultivi e di verifica in ordine all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, al miglioramento dell'efficienza delle prestazioni collegata alla garanzia di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi dì pari opportunità, di benessere organizzativo e dal contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica per i lavoratori. Al Comitato, in particolare, spettano le seguenti funzioni:
-         formulare piani di Azioni Positive a favore dei lavoratori e individuare le misure idonee per favorire il raggiungimento degli obiettivi;
-         promuovere iniziative volte a dare attuazione a Risoluzioni e Direttive dell'Unione Europea per rimuovere comportamenti lesivi delle libertà personali, ivi compresi quelli relativi alle mole rie sessuali;
-   valutare fatti segnalati, riguardanti azioni di discriminazione diretta e indiretta e di segregazione professionale e formulare proposte e misure per la rimozione dei vincoli;
-         promuovere indagini conoscitive, ricerche ed analisi necessarie ad individuare misure atte a creare effettive condizioni di parità tra i. lavoratori e le lavoratrici dell'Ente;
-          pubblicizzare periodicamente il lavoro svolto ed i risultati emersi;
-         assolvere ad ogni altra incombenza attribuita al Comitato da leggi o da normative derivanti da accordi sindacali.

L’Amministrazione comunale di Rosrno mette a disposizione del Comitato la documentazione e le risorse necessarie od utili per il corretto ed adeguato svolgimento dell'attività del Comitato. L'attività del Comitato è svolta nell'ambito del normale orario di lavoro.