domenica 24 novembre 2013

Il linguaggio delle Mafie è spesso implicito, allusivo, delegittimante, tende a mistificare i fatti a gettare ombre.


La mia replica alla d.ssa Musella è relativa al suo comunicato e non certo alla sua storia familiare della quale ho il massimo rispetto. Tuttavia non si può non notare come la stessa non si curi dell'offesa all'onore mio e della mia famiglia contenuta in quelle parti della lettera che ha estrapolato dal contesto.
Anche per me parla la mia storia, non ho nulla da nascondere e paragonarmi ad una collaboratrice di giustizia è offensivo, per la diversità dei ruoli e dei contesti sociali di appartenenza.
Non ho mai affermato, e ci sono numerosi verbali giudiziari in proposito, che quella lettera contenesse minacce di morte ma come ben sa la D.ssa Musella, occupandosi di questo argomento, il linguaggio delle mafie è spesso implicito, allusivo, delegittimante, tende a mistificare i fatti, a gettare ombre.
La mia amministrazione ha sgombrato la casa della madre di Rocco Pesce, dopo 10 lunghi anni di inerzia da parte di tutti e ripeto tutti i soggetti che avevano amministrato Rosarno dal 2003 alla mia elezione.
Ebbene noi l'abbiamo fatto ma non è un vanto è solo un dato storico! Lei non sa che quella lettera era contenuta in una busta intestata al comune di Rosarno, (messaggio cifrato?) e mi “rimproverava” tutto ciò che, con dovizia di particolari, la mia amministrazione aveva fatto in quegli otto mesi di mandato, tra cui la costituzione di parte civile nel processo “All Inside”(aprile 2011) dove il Pesce era imputato insieme ad altre 60 persone. Non sa neanche che il reato contestato al Pesce,  poi assolto in appello , non era quello di minaccia a me, persona fisica, ma minaccia ad un corpo politico amministrativo e per il quale l'amministrazione non si è costituita perchè nessun danno aveva subito l'economia del territorio o l'immagine dell'ente ma solo tanto fango che non ci toccava minimamente. Dispiace che in Calabria, ci si presti a giochi che fanno male a questa terra e tendono a distruggere piuttosto che a costruire, a dare patenti ed imprimatur, senza concentrarci a combattere, ognuno nel proprio ruolo, la 'ndrangheta.  

IL SINDACO TRIPODI RISPONDE ALLA MUSELLA: ANTIMAFIA DEI FATTI NON A PAROLE



Il sindaco Tripodi risponde alla Musella: antimafia dei fatti non a parole
Il Sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, contattata telefonicamente dopo la nota stampa del Coordinamento nazionale Antimafia Riferimenti guidato dal presidente Adriana Musella, non ci sta e replica: “Rimango sconcertata delle dichiarazioni della dott.ssa Musella, la quale nel proprio comunicato ha estrapolato alcune parti della lettera senza mettere in risalto i motivi per cui quella lettera è stata spedita. Innanzi tutto ha omesso di precisare che la missiva inviata da Rocco Pesce  è successiva allo sgombero della casa della madre del Pesce, ed è successiva altresì ai miei attestati di stima nei confronti delle forze dell’ordine in merito alla cattura del latitante Pesce Francesco avvenuta nell’agosto 2011”. Il sindaco Tripodi ci tiene poi a precisare come “siamo per l’antimafia dei fatti e non gridata” per poi chiarire definitivamente sulla mancata costituzione di parte civile nel processo a carico di Rocco Pesce, poi assolto con formula piena, in merito alla famosa missiva “non ci siamo costituiti perché non si trattava di reati di mafia, a differenza di tutti i maxi processi, nove in due anni, dove il comune di Rosarno si è costituito contro centinaia di imputati, per ultimo il processo che fa seguito alle operazioni Blue Call e Tramonto contro la Cosca Bellocco. Questa è l’antimafia dei fatti”.
Il primo cittadino di Rosarno affonda, infine, una stoccata nei confronti del presidente del coordinamento antimafia Riferimenti “sarei curiosa di sapere come mai la dott.ssa Musella, che da quanto apprendo ha sempre nutrito dubbi sul mio operato,  nel corso di questi anni mi ha spesso invitato alle sue manifestazioni e ai suoi convegni, senza mai chiedermi delle delucidazioni in merito alle sue perplessità”.